Linfoma

Incoraggianti i risultati delle terapie antitumorali.

Le terapie sviluppate contro le malattie tumorali sono risultate particolarmente efficaci contro i linfomi ed i più recenti risultati sono molto incoraggianti. Questo tumore maligno del sistema linfatico può essere arrestato in circa il 70% degli individui in cui la diagnosi è avvenuta nelle fasi iniziali di malattia. Anche quando la diagnosi viene fatta nelle fasi più tardive, si può sperare di ottenere anni di vita libera dalla malattia. I linfomi sono una forma frequente di malattia tumorale, che colpisce circa 8600 italiani ogni anno. La maggior parte dei linfomi si verifica fra i 40 ed i 70 anni, mentre la malattia di Hodgkin, che è la forma più comune e curabile, colpisce più spesso giovani adulti sotto i 40 anni di età.

Cos'è un linfoma?

Linfoma è un termine generale usato per un gruppo di disordini neoplastici che colpiscono il sistema linfatico. Il tessuto linfatico, che si trova sparso in tutto l’organismo, è un sistema costituito da varie componenti che giocano un ruolo importante nella difesa dell’organismo contro le infezioni. Si tratta di una rete di piccoli vasi che collegano centinaia di ghiandole della grandezza di piselli chiamati linfonodi. Un liquido chiaro chiamato linfa circola attraverso tutto il sistema che si estende nel corpo dalla testa ai piedi. La composizione della linfa varia, ma è per lo più costituita da globuli bianchi chiamati linfociti. I globuli bianchi sono indispensabili alla difesa del corpo dalle malattie poiché essi uccidono, demoliscono, digeriscono o in qualche modo distruggono gli agenti infettivi che invadono l’organismo.

Il sistema linfatico include i linfonodi, la milza e il timo che producono ed accumulano i globuli bianchi per combattere le infezioni. Anche altri organismi come il fegato, lo stomaco, il piccolo intestino, le tonsille e la pelle contengono una certa quantità di tessuto linfatico.

Nei linfomi le cellule che costituiscono il tessuto linfatico diventano anormali. Si moltiplicano continuamente pigiando sulle cellule normali che non possono più funzionare adeguatamente. Questo processo incontrollato conduce allo sviluppo di tumori con invasione finale di organi vitali rendendo il paziente suscettibile ad infezioni ed anemie. Tutti i linfomi hanno in comune questa anomala crescita cellulare.

Il tipo di linfoma, tuttavia, differisce per il tipo di cellula interessato dalla malattia. A parte la malattia di Hodgkin, i linfomi principali sono i linfomi linfocitici (chiamati anche linfosarcomi), i linfomi istiocitici (chiamati anche reticolosarcomi) ed i linfomi cellulari misti. La malattia può essere nodulare o diffusa a seconda dell’aspetto istologico dei linfonodi malati. La classificazione dei linfomi è complessa dal momento che ci sono molti tipi differenti di cellule coinvolte in differenti parti dell’organismo. Sintomi, diagnosi e trattamento dei linfomi sono, tuttavia, simili.

Come si manifesta?

I più comuni segni iniziali di linfoma sono una tumefazione indolore dei linfonodi – di solito al collo, all’ascella o all’inguine o nell’addome. I linfonodi possono ingrossarsi come risultato di un’infezione o di malattie, ma se la tumefazione persiste per alcune settimane si dovrebbe sentire il parere di un medico. Altri sintomi possono essere:

  • febbre
  • sudorazioni notturne
  • eccessiva stanchezza
  • difficoltà digestive
  • dolori addominali
  • perdita di appetito
  • dolori ossei.

La diagnosi di linfoma deve essere confermata da una biopsia – la rimozione chirurgica di tessuto da linfonodo o altro organo sospetto per esame al microscopio. Fettine sottili di tessuto sono studiate per la presenza, per il tipo e per la disposizione di cellule maligne caratteristiche della malattia. Se confermata, più diagnosi vengono eseguite per determinare se la malattia si è diffusa attraverso il sistema linfatico o altre parti del corpo. Queste possono includere ulteriori biopsie, radiografie e TAC o perfino, in rari casi, un intervento chirurgico esplorativo. Un’importante procedura radiologica è la linfografia – una tecnica speciale di iniezione di un colorante che permette la visualizzazione del sistema linfatico. Queste procedure sono indispensabili per valutare il miglior trattamento della malattia. I medici valutano i risultati delle indagini per determinare l’esatto tipo di linfoma, visualizzare la modalità di distribuzione delle cellule maligne e prevedere le via di probabile diffusione.

Cause e fattori di rischio

Sebbene grandi sforzi siano stati fatti recentemente nella cura dei linfomi, la causa delle malattie e i mezzi per prevenirla sono ancora sconosciuti. I ricercatori credono che la malattia coinvolga un’interazione complessa di fattori individuali genetici e biochimici con la probabile partecipazione di un virus. E’ noto che la malattia non ha una distribuzione ereditaria né vi è evidenza di alcun fattore di rischio ambientale, dietetico o etnico associato alla malattia. Non è contagiosa.

Come si cura?

La terapia dei linfomi dipende dal tipo e dall’estensione della malattia, ma il medico prende anche in considerazione le condizioni generali – attuali e pregresse – di salute del paziente. La cura “individualizzata” può essere offerta solo da un centro medico specializzato nella terapia dei linfomi maligni. Poiché il trattamento precoce è fondamentale per la guarigione, è meglio essere curati in tali centri fin dall’inizio.

Gli stadi iniziali o localizzati della malattia sono trattati con radiazioni ad alto voltaggio su tutti i linfonodi od organi coinvolti e su quelli adiacenti. Lo scopo di questo trattamento è di colpire con la radiazione i tessuti malati a dosi che distruggano le cellule maligne senza danneggiare il tessuto sano circostante.

La chemioterapia è invece il trattamento preferito per i linfomi diffusi poiché la malattia di solito è, al momento della diagnosi, ad uno stadio avanzato. La chemioterapia è un trattamento con farmaci antitumorali. Questi farmaci distruggono le cellule maligne direttamente o bloccando la loro capacità i riprodursi. L’oncologo o l’ematologo, un medico specializzato nel trattamento dei tumori, somministra questa farmaci ad un dosaggio adeguato ad uccidere le cellule maligne senza distruggere troppe cellule normali. Egli può scegliere un farmaco o una combinazione di tre o più farmaci. La chemioterapia può essere usata da sola o in associazione con una radioterapia.

Quando le cure hanno efficacemente eliminato le cellule maligne, il paziente ritorna in una condizione di buona salute chiamata “remissione“. Una terapia continuativa può essere necessaria dopo la remissione per prolungare la durata o possibilmente, renderla permanente.

Speranze per il futuro

Una promettente nuova strada per la cura dei linfomi è la terapia con fattori di crescita che accelerano la normalizzazione delle cellule del sangue dopo una chemioterapia o con sostanze come l’interferon che rallentano la crescita delle cellule linfomatose, mentre rafforzano le difese naturali del corpo stesso contro il tumore. Il trapianto di midollo osseo e più recentemente anche il trapianto del sangue del cordone ombelicale sono altre possibilità terapeutiche per alcuni pazienti; risultati iniziali indicano che queste procedure hanno allungato la vita ad un significativo numero di persone, molte delle quali sembrano essere definitivamente guarite. Gli scienziati ricercano attivamente i fattori causali e le modalità di prevenzione dei linfomi. Man mano che gli anni passano ed aumentano le conoscenze sui linfomi, migliorano le possibilità di prolungare remissioni e di raggiungere la guarigione.