Lo stato dell’arte sulla donazione di sangue cordonale

Da marzo 2015 è subentrata nel progetto di raccolta del sangue di cordone ombelicale presso l’Ospedale Santa Chiara di Trento l’ostetrica Giulia Zatelli, che, grata dell’opportunità di crescita professionale e personale offerta dalla borsa di studio finanziata dalla nostra Associazione, nel mese di novembre ha redatto un report sullo stato dell’arte del progetto.

Continua a pieno regime presso l’ospedale Santa Chiara di Trento il servizio di donazione del sangue cordonale.
Tale opportunità è stata resa possibile, ancora una volta, grazie all’attenzione e alla collaborazione del personale del reparto di Ostetricia, del Coordinamento Trapianti e grazie alla generosità e sensibilità dell’Associazione AIL, che ha deciso di rinnovare la borsa di studio tramite cui era stata supportata l’attività di donazione del sangue cordonale da settembre 2013, e che prevede la presenza di un’ostetrica interamente dedicata a questo progetto. Attualmente io, Giulia Zatelli, sono l’ostetrica ad esso deputata.
L’importanza della raccolta del sangue cordonale deriva dal fatto che esso contiene cellule staminali emopoietiche in grado di rigenerare l’ambiente midollare. Può essere pertanto utilizzato, ad esempio, per curare pazienti affetti da leucemie, linfomi, aplasie midollari ed emoglobinopatie. Il Registro Internazionale dei trapianti di Midollo ha stimato che circa il 20% dei trapianti con cellule staminali in giovani con età inferiore ai 20 anni sono stati eseguiti da sangue cordonale.
La borsa di studio permette di avere – all’interno dell’organizzazione del reparto – lo spazio e il tempo necessari per divulgare le informazioni, individuare i genitori idonei, sorvegliare l’attività di raccolta e trasporto delle sacche.
Per quanto riguarda l’attività di sensibilizzazione, mi preoccupo di informare delle donazioni del sangue cordonale e di tutto ciò che le riguarda ogni mese in differenti realtà, in modo tale da raggiungere il maggior numero di genitori possibile. Svolgo un incontro informativo al mese presso il Consultorio di Trento e uno presso il Consultorio di Pergine. Le donne vengono informate di tali incontri durante i corsi di accompagnamento alla nascita consultoriali e all’incontro “Nascere al Santa Chiara”, dove fornisco personalmente alcune indicazioni e i miei contatti. Siamo anche riusciti a fare breccia e a sensibilizzare gli ambulatori della gravidanza a termine, dei prericoveri per taglio cesareo e della gravidanza fisiologica: questi informano i genitori sulla possibilità di donare il sangue cordonale e forniscono i miei contatti a chi si mostra interessato. Inoltre alcuni genitori che non presentano criteri di esclusione vengono informati e reclutati anche direttamente in ospedale al momento del ricovero.
Dopo aver fornito tutte le informazioni e aver risposto ad eventuali domande, i genitori devono compilare i moduli di consenso e il questionario anamnestico e fissare un colloquio personale per la valutazione della presenza di eventuali criteri che escludano preventivamente la possibilità di donare il sangue cordonale; questi sono vari e tra essi cito ad esempio l’ipotiroidismo autoimmune, il diabete insulinodipendente, la somministrazione di immunoprofilassi per gruppo Rh negativo, la presenza di malattie infettive. Oltre ai criteri clinici preesistenti possono subentrarne altri legati al parto ed al suo espletamento: sono principalmente la non idoneità del cordone ombelicale e il parto in acqua (ed anche di ciò le coppie vengono informate durante il colloquio). Mediamente riesco ad effettuare 30 colloqui al mese, oltre agli incontri informativi.
In sala parto più della metà del personale è formato per la raccolta; mi sono comunque resa disponibile ad entrare in caso di “superlavoro” (compatibilmente con le mie esigenze personali e familiari).
In questo periodo già alcune ostetriche si stanno formando ed è già programmato un nuovo momento formativo in merito agli adempimenti burocratico-gestionali ed alla raccolta anamnestica.
Da maggio ad oggi sono state raccolte 28 sacche di sangue cordonale, di cui 24 sono risultate con quantitativo sufficiente di sangue e pertanto inviate alla Milano Cord Blood Bank per l’analisi. Tali sacche si sommano alle 9 raccolte da gennaio ad aprile.
Da gennaio a giugno 4 sacche su 19 sono già state congelate perché idonee per trapianto. L’indice di unità bancate rispetto alle raccolte è risultato pertanto del 21%, dato che supera la media dello standard nazionale riportato al 2014 (9% ). Si stanno attendendo i dati del trimestre luglio- settembre.
Il principale criterio di inidoneità dell’unità raccolta è il quantitativo insufficiente di cellule staminali (che è fissato attualmente, secondo direttiva europea, a 1.2 miliardi).
Le sacche che la Banca deve scartare per insufficiente numero di cellule, e dunque non idonee al trapianto, non vengono tuttavia eliminate ma, previo consenso dei genitori, possono essere utilizzate per la creazione di “gel piastrinico”, un farmaco che si è dimostrato una promettente e sicura opzione per il trattamento delle lesioni cutanee da epidermiolisi bollosa , grave malattia dermatologica ereditaria, che in Italia colpisce 1 bambino su 82000 e nel mondo 1 su 17000. È inoltre in corso uno studio per valutare l’utilizzo delle sacche raccolte non idonee al trapianto, per il trattamento delle ulcere diabetiche.
Ringrazio il personale AIL per la sensibilità al progetto e per l’opportunità fornita a me, a tutto il personale ospedaliero che collabora al Progetto e ai genitori coinvolti.

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