Progetto Medicina Rigenerativa a Rovereto

Nell’ambito delle attività di sostegno alle strutture ospedaliere per elevare l’offerta di attrezzature e servizi ai pazienti, sono stati donati 10.000€ al Reparto di Medicina Rigenerativa del Centro Trasfusionale dell’Ospedale Santa Maria del Carmine di Rovereto per l’acquisto di kit monouso da impiegare nella preparazione del PRP (plasma ricco di piastrine). Riportiamo una sintesi del progetto, illustratoci dal dott. Andrea Lovisi e dalla dott.ssa Maura Colosio.

A partire dalla fine degli anni ’90 è stato introdotto nella pratica clinica l’utilizzo terapeutico degli emocomponenti ad uso non trasfusionale (topico); tra questi, il plasma ricco di piastrine (PRP) ha progressivamente assunto un ruolo cardine in quanto fonte di fattori di crescita. Il presupposto teorico è costituito dalla documentata capacità del PRP di intervenire nei fisiologici meccanismi di riparazione tissutale, mediante il rilascio nella sede di lesione di fattori di crescita contenuti negli alpha-granuli, suggerendo l’impiego clinico di piastrine iperconcentrate, attivate ed applicate in situ. Negli ultimi anni sono state studiate numerose applicazioni, sia impiegando PRP in forma liquida che attivata (gel piastrinico), in differenti ambiti della medicina (chirurgia vascolare, ortopedia, diabetologia, chirurgia maxillo-faciale, chirurgia plastica, odontostomatologia, dermatologia, etc…).
Tutto ciò ha portato, negli ultimi anni, ad evidenziare l’incontro fra la medicina trasfusionale e la medicina rigenerativa, due aree che si sovrappongono per storia, competenze e normative. Il nostro obiettivo è quello di produrre emocomponenti capaci di integrare l’efficacia dello stimolo con la praticità di preparazione mediante una tecnica “user-friendly”, l’agevole applicazione, la sicurezza, la conservabilità e la completa tracciabilità.
Come per gli emocomponenti ad uso strettamente trasfusionale, anche per quelli ad uso topico l’intero processo gestionale (dalla raccolta all’applicazione del prodotto finale validato) deve essere effettuato all’interno dei Servizi Trasfusionali. Costituisce eccezione la produzione di emocomponenti ad uso topico autologhi che, secondo la normativa vigente (DM 02/11/2015, Allegato X), può essere effettuata anche in strutture sanitarie pubbliche o private, accreditate o non accreditate, all’interno di specifiche convenzioni stipulate fra l’azienda sanitaria dove opera il Servizio Trasfusionale e le strutture sanitarie pubbliche e private, prive di Servizio Trasfusionale.
È possibile la produzione di emocomponenti ad uso topico di derivazione autologa o omologa da utilizzarsi per l’impiego su superfici cutanee o mucose, per l’infiltrazione intra-tissutale, o quale materiale biologico da applicare localmente in sedi chirurgiche, da solo o addizionato con materiale biologico non cellulare (ad es. tessuto osseo di banca) o con dispositivi medici.
Criteri e principi di richiesta, valutazione di appropriatezza, assegnazione, consegna, emovigilanza sono i medesimi previsti per gli emocomponenti ad uso trasfusionale.
Da circa tre anni nella Provincia Autonoma di Trento viene impiegata la terapia con emocomponenti ad uso topico, che sono prodotti, lavorati, conservati e distribuiti a tutti gli Ospedali della PAT che ne fanno richiesta dal Centro Trasfusionale dell’Ospedale di Rovereto, settore Medicina Rigenerativa.
Numerose sono le indicazioni nelle patologie ortopediche, in particolare tendinee/legamentose ed ossee. In linea generale, l’indicazione principale è l’utilizzo di emocomponenti ad uso topico (di derivazione autologa o omologa) nelle tendinopatie croniche resistenti alla terapia conservativa, nei difetti ossei e negli interventi di revisione d’anca e bacino, nelle pseudoartrosi, nella mancata fusione di fratture, nella necrosi della testa del femore, nella traumatologia sportiva in generale. Per quanto concerne le patologie tendinee, le indicazioni comprendono:
– epicondilite (“gomito del tennista”): dolorosa infiammazione dei tendini che si inseriscono sulla sporgenza ossea laterale del gomito;
– epitrocleite: tendinopatia del tendine d’inserzione comune dei muscoli flessori del polso e delle dita;
– fascite plantare: infiammazione cronica della fascia plantare del piede;
– tendinopatie croniche a carico del tendine d’Achille, del tendine tibiale posteriore e del tendine rotuleo (knee jumpers o “ginocchio del saltatore” );
– tendinite ischio-crurale: tenomiopatia dell’inserzione prossimale dei muscoli ischio-crurali, situati nel retrocoscia;
– trocanterite (o periartrite dell’anca): infiammazione dei tendini che si inseriscono sul grande trocantere e della borsa sierosa che li ricopre.
Accanto alle indicazioni ortopediche, troviamo quelle in ambito chirurgico: dalla microchirurgia otorinolaringoiatrica fino alla chirurgia vascolare.
L’applicazione degli emocomponenti ad uso topico nella microchirurgia dell’orecchio vede il Centro Trasfusionale di Rovereto porsi in Italia come Centro “pilota” di un disegno di studio, approvato dal Comitato Etico Aziendale, finalizzato alla valutazione di efficacia dell’applicazione su timpano perforato di emocomponenti ad uso topico addirittura miscelati con piccole quantità di tessuto adiposo autologo prelevato al paziente nella zona periombelicale, con risultati al momento estremamente incoraggianti.
Accanto a queste applicazioni innovative, tale terapia consente anche di trattare molte patologie che interessano una fascia piuttosto ampia di popolazione: le ferite ed ulcere cutanee croniche, ad esempio il piede diabetico e le ulcere vascolari.
Il trattamento delle ulcere cutanee croniche con medicazioni di gel piastrinico viene prescritto dallo specialista che ha in gestione il paziente (ad es. dermatologo, chirurgo plastico, etc…) in collaborazione con il Medico Trasfusionista, dopo attenta valutazione delle condizioni cliniche generali e delle caratteristiche dell’ulcera. In particolare si valuta: l’eziologia, le dimensioni, la posizione, il tempo intercorso dalla comparsa, l’aspetto del fondo e dei margini, la vascolarizzazione, l’assenza di infezione locale, il dolore.
Il trattamento delle ferite ed ulcere cutanee croniche con gel piastrinico è controindicato in caso di osteomielite, infezione, necrosi, inadeguata vascolarizzazione.
Sempre più forte è l’interesse nel mondo scientifico di associare l’efficacia di questi trattamenti a tessuto adiposo micro fratturato, fonte preziosa di elementi cellulari in grado di differenziare nel tessuto danneggiato e ripararlo.
In quest’ottica, si intravede la possibilità di trattare in maniera conservativa patologie invalidanti quali ad es. la paralisi delle corde vocali, le ferite post-amputazione di piede diabetico, le lesioni della cartilagine articolare e le lesioni complete dei tendini.
All’interno dell’Ospedale di Rovereto si è costituito un gruppo di professionisti multidisciplinari, coordinati dai Medici del Centro Trasfusionale, che lavora a questi progetti con la speranza che possano presto essere applicati nella realtà quotidiana, contribuendo in questo modo non solo a qualificare la nostra realtà ospedaliera, ma soprattutto a garantire agli utenti la possibilità di accesso alle cure più innovative ed efficaci.

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