Vent’anni di AIL Trentino

In molti stanno già lavorando per condividere, con quanti hanno fatto parte a vario titolo dell’Associazione, un appuntamento speciale che ripercorra le varie tappe di AIL Trentino: dalla sua nascita al suo sviluppo, raccontando i traguardi raggiunti, ma anche le storie di chi ha reso possibile la buona riuscita di moltissime attività, primi tra tutti i volontari, ma certamente i moltissimi benefattori che in questi anni hanno sempre dimostrato di dare fiducia all’Associazione. Senza dimenticare i protagonisti indiscussi, gli ammalati, raccontando le loro storie, commovendoci anche, ma sempre con uno sguardo al futuro, perché i progetti in cantiere sono ancora molti…

Vent’anni di presenza AIL sul territorio trentino.

L’azione capillare del volontariato risulta vitale in una prospettiva di condivisione e rappresenta, crediamo, la nuova dimensione dei bisogni sociali. Ovvero il benessere di una comunità che mette in campo non solo risorse economiche, ma soprattutto idee, esperienze e risorse umane.
Parlando di volontariato gli spazi di azione sono diversificati e sono molte le persone che, con varie motivazioni individuali, offrono gratuitamente la loro collaborazione. Parlando di AIL Trentino, risulta indispensabile il contributo offerto da chi volontariamente mette a disposizione il proprio tempo e il proprio bagaglio di competenze per aiutare l’Associazione, sia per quanto riguarda l’amministrazione interna che per agevolare la gestione di servizi e manifestazioni. Si tratta di energie propulsive per l’azione volontaria che si traducono in gratuità, in motivazione individuale, in lavoro di gruppo e flessibilità nella collaborazione.
Tutte caratteristiche che rispecchiano l’organizzazione interna di AIL Trentino, improntata sulla rappresentanza democratica, impostata sul lavoro che si attiva mediante meccanismi di cooperazione e integrazione, fondata sulla partecipazione attiva di tutti, che valorizza l’attitudine alla collaborazione, all’assertività e all’integrità, nel rispetto degli altri e dell’altrui opinione. AIL Trentino è dunque un’associazione che vuole valorizzare le competenze personali e interpersonali per consentire alle persone di partecipare in modo efficace e costruttivo alla vita dell’Associazione stessa, nel riconoscimento collegiale della strategicità dell’obiettivo progettuale, all’interno del quale ognuno ha un proprio compito in base alle proprie propensioni personali e competenze, proprio in una società come quella in cui stiamo vivendo, sempre più diversificata.
La consapevolezza maturata negli anni è dunque quella dell’importanza non solo del “perché” si fa ma anche del “come” si fa, anche solo per evitare la frustrazione del fallimento o della inutilità.
Un “come”, sul quale in parte ci siamo già soffermati sul precedente numero del Notiziario AIL, che in questi anni di attività della nostra Associazione, ha reso sempre più evidente i vantaggi dell’agire in condivisione, o come va molto di moda del “fare rete”.
Da qualche tempo a questa parte, l’uso dell’espressione “fare rete” ha infatti cominciato a diffondersi anche nel vasto universo del volontariato, per indicare appunto una strategia di lavoro comune tra organizzazioni diverse, volto a “unire le forze” per conseguire obiettivi che singolarmente ognuna di quelle organizzazioni non sarebbe in grado di raggiungere, o per l’avvio e lo sviluppo di progetti particolarmente innovativi. Molti studi teorici ed empirici effettuati negli ultimi venti-trenta anni hanno messo in evidenza che la ricchezza sociale di un territorio, quello che viene chiamato capitale sociale, non dipende solo dalla quantità di soggetti organizzati che operano nella società civile, ma soprattutto dalla loro capacità di mettersi in relazione creando strutture di interdipendenza e di collaborazione. Tutto ciò per favorire un aumento della coesione sociale tra le organizzazioni di volontariato, e dunque del suo ulteriore consolidamento sul territorio, superando la frammentazione delle stesse combinando specializzazione della mission e delle attività. Il vantaggio della costruzione di reti di volontariato risiede fondamentalmente nella loro capacità potenziale di produrre esiti a livello di comunità locali che non potrebbero essere realizzati attraverso l’azione disgiunta di singoli enti organizzati, per quanto rilevanti. L’assunto da cui si parte, che non vuole certo essere semplicistico, è che la costruzione di reti di collaborazione e scambio tra organizzazioni di volontariato costituisce la strategia più adeguata per lo sviluppo futuro del volontariato stesso. Non tanto per una mera questione quantitativa, ma perché una delle caratteristiche delle reti è di connettere insieme soggetti che siano diversi tra loro, che siano portatori di esperienze, risorse, competenze differenziate, affinché tutti i membri possano trarre vantaggio da tale diversità e, in ultima analisi, anche la comunità è servita. Tanto più in tempi recenti in cui assistiamo ad un declino generale del senso della collettività a favore della maggiore attenzione alle soggettività e alle individualità. Processo evidente nella dimensione politica, amministrativa e produttiva, ma anche nella dimensione della vita quotidiana in cui ognuno di noi è inserito, e dunque anche nel volontariato.
Ecco dunque che AIL Trentino, attraverso le esperienze censite, cerca di promuovere sempre di più ulteriori esperienze di rete sul territorio.
Lo abbiamo già sottolineato: l’importanza di tessere contatti con persone di tutte le fasce d’età, e quindi con la scuola, ma non solo, forme di partenership che sappiano dar vita ad un partenariato progettuale, a costituire ovvero entità che deliberatamente decidono di mettersi in rete al fine di raggiungere in modo più efficace un obiettivo comune. Si cercherà di lavorare anche per il futuro cercando di puntare sulla densità e la reciprocità, sulla riduzione della centralizzazione puntando ai vantaggi dello stare in rete, stimolati dall’incontro e dal confronto, guardando al futuro come un dono da condividere.

Patti chiari: aggiornamento sul protocollo d’intesa con APSS. Raccogliere fondi: non solo un modo di avere ma un modo di essere.

Rimanendo in tema di rete partnerariale, è questo il caso del Protocollo d’Intesa con l’APSS di Trento con il quale è stata pattuita una partnership progettuale, sottoscritta da AIL Trentino nel dicembre 2015. A più di due anni dalla sottoscrizione possiamo dirci soddisfatti in quanto praticamente tutti gli obiettivi da realizzare, stabiliti nel protocollo sono avviati, ultimati o in corso di ultimazione. Ma come si è sempre soliti affermare, la visione è al futuro. Molti progetti futuri infatti sono già “in campo”, uno fra tutti è quello ambizioso e particolarmente importante per AIL Trentino: l’attivazione dell’assistenza domiciliare sul territorio provinciale. Proprio per collegarci a quanto sopra riportato, consapevoli del nostro “peso”, la prospettiva dalla quale partiamo non è solo quella del dare ma è quella di dare se viene garantito un ricevere in termini di realizzazione di ciò che necessita la stessa AIL, come beneficio per gli ammalati. Questo d’altronde è il nostro scopo.
Ora, dopo vent’anni di attività, di esperienza e di maggiore consapevolezza della nostra forza e potenzialità, riteniamo di potere, anzi di dover chiedere ciò che riteniamo prioritario da realizzare, basandoci certamente su richieste e segnalazioni pervenuteci ma anche su elaborazioni di dati certi, di studi scientifici realizzati e dai risultati di consulenze richieste. Perché raccogliere fondi non vuol dire raccogliere denaro ma mobilitare risorse. Dal 1997 ad oggi abbiamo compreso infatti che “raccogliere fondi è un modo di essere, non un modo per avere”, per questo è importante parlare di scambio invece che di dono, in quanto fa capire che il donatore ‘pretende’ dall’Associazione – e ne ha ben diritto –, qualcosa in cambio, chiede alla Associazione di essere trasparente, di essere credibile, di comunicare con chiarezza non solo il modo ‘tecnico’ in cui i suoi contributi saranno utilizzati ma il ‘valore sociale’ che è stato creato anche grazie al suo contributo.
Crediamo quindi che il motore di AIL Trentino non è quindi solo la sua storia o la sua semplice presenza. È ciò che fa, potremo definirla ‘la sua buona causa’. È quest’ultima infatti che rende condivisibile l’esperienza dell’Associazione e spiega la ragione per cui l’Associazione merita di ricevere donazioni. Non un “far sapere” dunque, ma “un saper fare”.

Il Presidente
Roberto Valcanover

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